Whistleblowing nel sistema sanitario: cosa significa, come funziona e perché è una tutela collettiva

Whistleblowing nel sistema sanitario: cosa significa, come funziona e perché è una tutela collettiva

Che cos’è il whistleblowing?

Il termine whistleblowing indica la segnalazione, da parte di un lavoratore, di comportamenti illeciti, irregolarità o pericoli per la salute pubblica riscontrati nell’ambiente lavorativo. Nel sistema sanitario, può riguardare una vasta gamma di condotte, dalle frodi amministrative agli abusi sui pazienti, fino alla violazione di norme igienico-sanitarie.

Con il D.lgs. 24/2023, che ha recepito la Direttiva UE 2019/1937, la normativa italiana ha rafforzato le tutele per chi segnala, garantendo anonimato, protezione da ritorsioni e canali sicuri per comunicare le violazioni.

Quando si può parlare di whistleblowing in sanità?

Nel settore sanitario, il whistleblowing può riguardare:

  • Malasanità o negligenza professionale
  • Falsificazione di cartelle cliniche o dati sanitari
  • Corruzione o appalti truccati
  • Uso improprio di farmaci o dispositivi medici
  • Violazione della privacy dei pazienti
  • Trattamenti inumani o degradanti

Qualsiasi soggetto che opera all’interno del sistema, pubblico o privato accreditato – medico, infermiere, OSS, farmacista, amministrativo – può attivare una segnalazione, purché abbia avuto conoscenza diretta dell’irregolarità nell’ambito del proprio lavoro.

Come fare una segnalazione in modo sicuro

Il legislatore ha previsto canali interni, esterni e pubblici di segnalazione:

1. Segnalazione interna

Va presentata al responsabile whistleblowing dell’ente (spesso all'interno dell'anticorruzione o compliance). Ogni struttura sanitaria deve predisporre:

  • Un canale digitale riservato e sicuro

  • La possibilità di segnalazione orale o scritta

  • La tutela dell’identità del segnalante

2. Segnalazione esterna

Se il canale interno è inadeguato o non attivo, è possibile rivolgersi direttamente all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), attraverso il portale ufficiale.

3. Divulgazione pubblica o denuncia all’autorità giudiziaria

È l’ultima possibilità, praticabile solo in casi eccezionali, ad esempio se vi è un pericolo imminente per la salute pubblica o se la segnalazione interna è stata ignorata.

Quali tutele sono previste per il segnalante

Il nuovo decreto prevede solide garanzie di protezione per il whistleblower, tra cui:

  • Riservatezza assoluta dell’identità

  • Divieto di ritorsione (licenziamento, demansionamento, mobbing, trasferimento forzato, ecc.)

  • Tutela giudiziaria e reintegro in caso di provvedimenti illegittimi

  • Accesso gratuito alla consulenza legale e al patrocinio da parte di ANAC

Inoltre, la legge prevede sanzioni amministrative fino a 50.000 euro per le strutture che ostacolano o tentano di reprimere una segnalazione.

Perché è importante il whistleblowing in sanità

Favorire il whistleblowing non significa incentivare il sospetto, ma rafforzare la trasparenza e la fiducia nel sistema sanitario. In un contesto delicato come quello della cura delle persone, ogni operatore ha una responsabilità etica oltre che giuridica nel segnalare violazioni che potrebbero nuocere ai pazienti o compromettere l’efficienza del servizio pubblico.

Un’opportunità, non un rischio

Nel mondo sanitario, il whistleblowing è un atto di responsabilità civica. La nuova normativa non solo tutela chi segnala, ma impone alle strutture sanitarie l’obbligo di predisporre strumenti adeguati per raccogliere le segnalazioni. Promuoverne la cultura significa migliorare la qualità del sistema e garantire il rispetto dei diritti fondamentali di operatori e pazienti.

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