
L'Italia ha la sua prima legge sull'Intelligenza artificiale: cosa cambia per la sanità
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L’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo la ricerca scientifica in sanità: diagnosi più precise, terapie personalizzate, simulazioni cliniche avanzate. Ma l’innovazione porta con sé anche sfide complesse: la gestione dei dati sensibili dei pazienti deve rispettare regole rigorose per garantire privacy, sicurezza ed etica.
Con l’approvazione della Legge italiana sull’IA, l’Italia si pone all’avanguardia, attribuendo alla sanità un ruolo centrale e definendo standard chiari per l’uso dei dati nella ricerca scientifica. Questa normativa rappresenta un punto di riferimento essenziale per ospedali, laboratori e istituti di ricerca che vogliono integrare l’IA nei loro progetti in modo sicuro e conforme al GDPR.
Sanità al centro della normativa
Uno degli aspetti più innovativi della legge è il peso specifico riservato alla sanità, riconosciuta come settore strategico per l’innovazione tecnologica e la tutela della salute pubblica.
- Trattamento dati per interesse pubblico: l’articolo 8 stabilisce che l’uso dei dati sanitari per la ricerca con IA può avvenire anche senza il consenso esplicito del paziente, se giustificato da rilevante interesse pubblico scientifico.
- Linee guida operative: AGENAS è incaricata di definire protocolli uniformi, assicurando che le strutture sanitarie adottino processi coerenti, sicuri ed eticamente corretti.
- Uso responsabile dei dati: anonimizzazione, pseudonimizzazione e dati sintetici diventano strumenti chiave per ridurre i rischi di identificazione e garantire sicurezza senza ostacolare la ricerca.
La legge, quindi, non si limita a introdurre regole generiche, ma pone la sanità come ambito prioritario, con indicazioni concrete su come i dati dei pazienti devono essere trattati, condivisi e protetti.
Impatti concreti sulla privacy
I progetti di IA in sanità richiedono un equilibrio delicato tra innovazione e tutela dei diritti dei pazienti. Gli effetti principali della legge includono:
- Trasparenza e accountability: ogni ricerca deve essere notificata al Garante Privacy, permettendo un controllo continuo sui dati trattati.
- Responsabilità condivisa: ricercatori, strutture sanitarie e fornitori tecnologici hanno ruoli ben definiti nella gestione dei dati, con procedure chiare per prevenire violazioni e discriminazioni.
- Sicurezza dei dati: l’applicazione di misure tecniche e organizzative avanzate riduce rischi di accessi non autorizzati, perdite o alterazioni dei dati.
Prepararsi alla compliance in sanità digitale
Per strutture sanitarie e centri di ricerca, la compliance non è solo un obbligo legale, ma una leva strategica per innovare in sicurezza. Alcuni passaggi fondamentali:
- Valutazione d’impatto privacy (DPIA): analizzare i rischi e definire misure preventive.
- Pseudonimizzazione e anonimizzazione: proteggere i pazienti senza limitare la ricerca.
- Trasparenza verso i pazienti: informative chiare e aggiornate.
- Sicurezza e monitoraggio: controlli costanti e aggiornamento delle procedure.
- Formazione continua: aggiornamento di professionisti e ricercatori sull’uso responsabile dell’IA.
Come puoi metterti al sicuro
La legge italiana sull’IA conferma la centralità della sanità come settore strategico per l’innovazione digitale, ma ricorda anche che i dati dei pazienti vanno gestiti con rigore assoluto. Applicando le linee guida della normativa e le best practice GDPR, ospedali, cliniche e laboratori possono condurre ricerche innovative in sicurezza, senza compromettere la fiducia dei cittadini.
In questo contesto, OKPrivacy – il servizio legale di Consulcesi & Partners dedicato alla protezione dei dati sanitari – affianca strutture pubbliche e private, centri di ricerca e professionisti in ogni fase del percorso:
- valutazione preliminare della compliance dei progetti di IA
- redazione di DPIA e procedure interne
- consulenza sulla gestione e conservazione dei dati sanitari
- supporto in caso di ispezioni o contestazioni da parte del Garante